Rigenerazione ex cartiera Burgo di Marzabotto, svelato il progetto vincitore
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il 22/12/2022Grazie a un investimento di 9,7 milioni di euro diventerà un grande Centro di Cultura e Conoscenza dell’Appennino bolognese. Cantieri al via nell’estate 2023, è il primo esempio concreto delle “Officine per la rigenerazione metropolitana”
Di Andrea Donati
Un nuovo spazio dalla spiccata vocazione pubblica, multifunzionale, dove si andranno a intrecciare la vita culturale con il lavoro, il tempo libero con la trasmissione di competenze, il contesto naturale con quello urbanizzato. Rinascerà così l’ex cartiera Burgo di Lama di Reno, nel Comune di Marzabotto, grazie a 9,7 milioni di euro del Piano Urbano Integrato (PUI) per la conoscenza e la ricerca, nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Il progetto vincitore del concorso di progettazione, bandito dal Comune di Marzabotto sulla piattaforma concorsi dell’Ordine degli Architetti di Bologna, in collaborazione con la Città metropolitana di Bologna, è stato svelato domenica 18 dicembre durante un’iniziativa pubblica a Marzabotto alla quale hanno partecipato oltre 200 persone. La sindaca Valentina Cuppi e la delegata alla Cultura della Città metropolitana, Elena Di Gioia, hanno premiato i rappresentanti del Raggruppamento Temporaneo di Professionisti vincitore, formato da: Baustudio srl, Marchingegno, Tracce – Architettura e ingegneria, MEP studio, Elena Vincenzi, Daniele Franchini, Stacab, Sara Gotti, Luca Monti, Gruppo EDEN srls, Matteo Palmieri e Carlo Bergonzini.
Il progetto è il primo esempio concreto della Convenzione quadro per la collaborazione istituzionale fra Città metropolitana, Unioni e singoli Comuni dell’area bolognese in materia di programmazione e progettazione di interventi di rigenerazione urbana. Si tratta delle cosiddette “Officine per la Rigenerazione metropolitana”, cioè collaborazioni funzionali tra gli Uffici tecnici della Città metropolitana e quelli di Unioni o singoli Comuni coinvolte in processi di rigenerazione di interesse metropolitano, per vincere la difficile sfida di recuperare le aree abbandonate e dismesse e assicurare un’efficace ed efficiente gestione degli stessi.
“L’ex cartiera sarà un nuovo polo strategico che avrà un ruolo da protagonista, anche nell’ambito metropolitano, oltre che nella comunità di Lama di Reno e di Marzabotto, dal punto di vista culturale, turistico e dei servizi anche per i cittadini e le cittadine e per start up d’impresa – spiega Di Gioia – Da qui partirà un segnale culturalmente importante. Ci sono alcuni luoghi che hanno un rapporto molto stretto con le comunità, come l’ex cartiera, che negli anni ’80 aveva oltre 500 lavoratori e lavoratrici. È stata un’industria molto importante del territorio, un radicamento che questo luogo anche nel futuro racconterà, con una parte museale dedicata, con spazi per residenze d’artista, un nuovo centro di aggregazione culturale, turistica e di comunità: una fucina vera e propria di grande attrattività”.
“Siamo molto contenti del progetto vincitore, è in linea con quello che immaginavamo, ma ci ha dato anche spunti per andare oltre – commenta la sindaca Cuppi – dopo tanti anni di abbandono la cartiera finalmente tornerà a essere un luogo di lavoro, di vita, di relazioni, che viene effettivamente ridato alla comunità. Abbiamo già cominciato a usarlo in maniera temporanea, con una serie di iniziative culturali: questo spazio, così importante per la vita di tutta la frazione, potrà essere importante per la vita di Marzabotto, di tutto l’Appennino e di tutta la città metropolitana”.
Strategicamente l’ex cartiera Burgo sorge in un punto per cui può assumere un ruolo di connettore tra una mobilità sostenibile, caratterizzata dalla presenza della stazione ferroviaria e della futura Ciclovia del Sole, e un’area dalla predominante valenza naturale, quella del fiume Reno e della sua valle. Per realizzare questa connessione i progettisti hanno pensato a una rigenerazione fatta di spazi dalle molteplici funzioni condivise, capaci di attivare la comunità locale e di accogliere visitatori. L’idea è quella di realizzare la messa in sicurezza dello stato di fatto, anche sotto il profilo del miglioramento sismico, con livelli di intervento differenziati e demolizioni selettive, che permettano di ripensare gli spazi in modo flessibile. Previsto anche un impianto fotovoltaico e un sistema di raccolta delle acque piovane.
In particolare, sarà realizzato un ingresso rivolto a sud, in grado di relazionarsi con la stazione e la ciclovia del sole, intercettando i flussi in arrivo. Qui si immagina una piazza coperta, la Piazza delle Idee, su cui affacciare funzioni legate alla mobilità sostenibile: una velostazione e una ciclo-officina. Così facendo si incentiva una mobilità lenta capace di esplorare l’area, ma connessa a luoghi distanti tramite il treno e la ciclovia stessa.
Dalla Piazza delle Idee parte la Galleria, spina dorsale dell’architettura ripensata. Collegamento diretto ricavato nel volume della costruzione esistente, sarà una vera e propria vetrina delle funzioni che si andranno a insediare. Sulla Galleria affacciano la “Biblioteca del sapere e degli oggetti”, gli spazi per coworking e start-up e gli spazi culturali.
Al termine della Galleria si trova il Portico, punto d’incontro tra lo spazio coperto e quello aperto, che mette in comunicazione l’edificio con la piazza più grande dell’intervento, l’Agorà. Affacciati sul Portico trovano collocazione la reception degli spazi culturali, il punto informazioni, il bar con la terrazza, l’emporio e l’accesso alle residenze temporanee con la loro area comune.
Così come il Portico fa dialogare la Galleria con l’Agorà, il Podio coperto relaziona l’intero edificio all’area rinaturalizzata adiacente, caratterizzata dalle Gradonate verdi e dal Giardino. Il Podio coperto è dunque un diaframma che si interpone tra costruito e natura, generando un altro luogo dalle molteplici possibilità.
Il Giardino e l’Agorà offrono spazi aperti condivisi dove praticare attività urbane e in contatto con la natura. È qui che lo spazio pubblico si concretizza maggiormente ed è attraverso loro che il corridoio ecologico prende forma. Con nuove piantumazioni di essenze vegetali si implementerà l’effetto bosco, consolidando il processo di rinaturalizzazione spontanea, già in atto, con i metodi tipici della forestazione in ambiti ostili.
La vegetazione così pensata, oltre a determinare un elemento di continuità ambientale, contribuisce al controllo del microclima, alla mitigazione del rumore della linea ferroviaria e delle industrie adiacenti, all’attenuazione dell’inquinamento atmosferico. Si crea una nuova infrastruttura verde per collegare il parco Storico di Monte Sole con la valle del Reno, un vero e proprio corridoio ecologico capace di riconnettere il tessuto urbano con la natura circostante
L’intero processo insediativo è ispirato ai principi del Design for all che garantiscono l’accessibilità dell’area e dei diversi blocchi funzionali, abbattendo le barriere.
I cantieri apriranno nell’estate 2023. Nell’ottica di rivitalizzare da subito l’area, l’Amministrazione comunale di Marzabotto sta intervenendo per mettere in sicurezza gli accessi e gli spazi aperti, oltre ad allestire locali che fino all’inizio dei lavori, ospiteranno laboratori e spettacoli.
I primi appuntamenti avranno come protagonisti Matteo Belli, con uno spettacolo dedicato ai bambini (il 23 dicembre ore 18); Giorgio Comasci, con un viaggio nella storia della cartiera e di chi vi ha lavorato (28 gennaio 2023, ore 21), Alessandro Bergonzoni, che ha tanti ricordi d’infanzia legati a Lama di Reno (18 febbraio 2023, ore 21).
Puoi vedere il rendering completo su Youtube cliccando qui
Fonte Città Metropolitana