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Alluvioni, ecco il piano per l’Emilia Romagna

Pubblicato da Andrea Donati il 22/10/2024

Pressing sul governo. Le Regioni incalzano: “Un unico piano speciale”. Il progetto da 4,5 miliardi del commissario Figliuolo. Dalle casse di espansione al rimodellamento di strade, ferrovie e ponti

Il piano straordinario

Per Priolo “da troppi anni il nostro Paese spende più risorse per riparare i danni di quante non ne investa per prevenirli. Non è certamente colpa di quest’ultimo governo, ma di una tendenza consolidata e negativa”. Zaia chiede di fare “ordinanze in deroga sulla Protezione civile”, Fedriga proporrà la mediazione al governo. Elly Schlein, segretaria Pd, chiede “una legge per il consumo di suolo”, mentre il commissario straordinario per la siccità Nicola Dell’Acqua, ricorda “che è più importante fare manutenzione che lamentarsi di queste bombe d’acqua”. Difficile però che il governo recepisca già in manovra la richiesta delle Regioni.

L’appello del Ministro

Il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, infatti riporta l’attenzione sull’Emilia-Romagna: “Il commissario alla ricostruzione Francesco Figliuolo ha elaborato e messo a disposizione della Regione un progetto di pianificazione per 30-40 anni – dice –. Un lavoro che prevede tantissimi interventi che nel tempo possono essere fatti, ma la legge impone al commissario di redigere un piano speciale in base alle risorse di cui dispone e queste ammontano a circa 120 milioni. Io ho sollecitato il generale Figliuolo”.

Centinaia gli interventi dei vigili del fuoco per far fronte ai danni causati dall’incessante pioggia. Nella zona di Bologna ne sono caduti 160 millimetri, di cui 140 in sei ore. Un ragazzo di 20 anni è morto travolto dalla piena del torrente Zena. Nel capoluogo esondati i torrenti Ravone, Savena e Zena e il fiume Idice. Nel Reggiano è tracimato il Crostolo e si è reso necessario evacuare le persone. Allagamenti da Cesenatico al Modenese. Sospesa la circolazione dei treni.

Il piano speciale

Musumeci fa riferimento al piano speciale per la sola Emilia-Romagna (non le cosiddette somme urgenze) che ha una durata di 12 anni ed è stato valutato in 4,5 miliardi di euro dagli 1,9 di partenza. Figliuolo ha infatti elaborerà un piano maxi, ma potrà mettere a terra progetti solo per le risorse disponibili. Ecco dunque come si arriva ai 120 milioni che rappresenterebbero la prima tranche di fondi su un impegno triennale di 867 milioni di stralcio. Lunedì prossimo ci sarà proprio un incontro a Roma fra Figliuolo e la Regione per avviare prima della legge di Stabilità le prime opere. Cosa finirà dentro questo piano speciale? Opere strategiche di mitigazione del rischio idraulico e di criticità su strade e ferrovie, abbattimento e rifacimento (ad esempio con arcate uniche) di ponti, nuove soluzioni ingegneristiche e rimodellazione di argini e corsi d’acqua. Poi le ‘famose’ casse di espansione e tanto altro.

L’impegno di Figliuolo

Il governo, finora, per la ricostruzione pubblica ha stanziato 2,8 miliardi e le ordinanze per l’Emilia-Romagna hanno autorizzato 6.444 interventi per 2,4 miliardi, ma finora sono stati erogati 250 milioni. Per la difesa idraulica stanziati 374 milioni, ma le richieste di erogazione a saldo riguardano 19,9 milioni. Ai privati sono stati concessi 41,7 milioni per 1.345 richieste. Il governo aveva stanziato 1,3 miliardi: perché così pochi soldi sono arrivati? “Il motivo è molteplice – ha detto Figliuolo –. Da una parte incide la carenza di tecnici per le perizie e la necessità di mettere a norma le difformità edilizie, poi ci sono alcuni danni minori che potrebbero essere già stati coperti da contributi di immediato sostegno (107 milioni erogati a 23mila famiglie) ed eventuali rimborsi assicurativi. La mia struttura è h24 al servizio dei cittadini”. Su un tema anche Figliuolo non arretra: “La prevenzione deve diventare una priorità assoluta, vale per tutti. È necessario intervenire con misure sistematiche per la pulizia dei fiumi, il rafforzamento degli argini, la costruzione di vasche di laminazione”, ma “le opere di ricostruzione, soprattutto quelle strutturali, impongono approfondimenti tecnici e progettuali, oltre a monitoraggi costanti che inevitabilmente richiedono tempo”. Per Figliuolo, insomma, “il vero obiettivo resta quello di adattare il territorio alle sfide future”.

Fonte: Il Resto del Carlino

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